Come ti salvo l'Azienda

Dal 2008 al 2013 oltre 2,1 milioni di imprese hanno chiuso i battenti.

I fallimenti sono cresciuti a ritmi elevati, arrivando a sfiorare quota 10mila nello scorso anno; la crisi ha stretto nella morsa l'industria italiana, ma qualcuno è riuscito a liberarsi.

Merito di uno stratagemma che in America chiamano workers buyout, l'acquisizione di aziende da parte dei dipendenti, attraverso la formazione di cooperative.

Per il capitale iniziale si mettono insieme i TFR e le indennità di mobilità, oppure, si ricorre alle risorse delle associazioni.

Legacoop, ad esempio, possiede un fondo mutualistico alimentato dal 3% degli utili annuali delle cooperative aderenti.

Coopfond, la società che lo gestisce, dal 2008 al 2013, ha sostenuto i workers buyout con 8.942.000 di euro, tra capitale sociale immesso e finanziamenti erogati.

Gli interventi sono stati 30, soprattutto in Emilia Romagna e Toscana.

Secondo Aldo Soldi, direttore generale di Coopfond, "Il punto di forza di tale fenomeno è il fatto che gli operai trasformano l'impresa in qualcosa che gli appartiene completamente; ci mettono soldi, know-how e determinazione: tutto questo diventa una base importante per la ripresa".

Il WBO ha permesso di salvare posti di lavoro e, a volte, di crearne nuovi: "In alcuni casi l'impresa recuperata si trova con più dipendenti di quando è stata costretta a chiudere; occorrono anni, ma se l'attività è ben gestita, si trova un filone di mercato che funziona, può accadere".

Tuttavia, questa particolare rivitalizzazione delle industrie non può essere considerata la soluzione alla crisi economica.

Bisogna evitare di farsi illusioni, valutare con attenzione e raziocinio il contesto in cui si opera e i presupposti esistenti.

A volte, la volontà di difendere il posto di lavoro, può dare una spinta che rischia di essere troppo 'emotiva'.

Articolo di Serena Berardi
Fonte: La Freccia, maggio 2014

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